l’altro/l’altra
N. 4, febbraio 1998
Cultura della
solidarietà
Tra
le proposte di rilievo segnalate in questo numero, un
incontro - il 20 febbraio, a Lugano (Università della Svizzera Italiana) -
con Marco Cameroni, responsabile del settore Media e comunicazione
della Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC), presso il
Dipartimento federale degli affari esteri.
Lo stesso Marco
Cameroni, in una lettera dello scorso novembre che si riferiva alla
nuova rivista della DSC (“Un solo mondo”) e
alla mia nuova funzione di delegato per la Svizzera Italiana del Dialogo
Nord-Sud del Consiglio d’Europa, mi scriveva: “La figura di ‘delegato
regionale’ creata nell’ambito del Dialogo Nord-Sud del Consiglio d’Europa
mi sembra che contribuisca a soddisfare un’esigenza, quella di alimentare
la cultura della solidarietà, di prioritaria importanza anche per la DSC.
La cooperazione internazionale infatti può
essere efficace solo se affonda le sue radici in un terreno dove il
dialogo e lo scambio interculturale sono la regola. È in quest’ottica, ad
esempio, che vanno interpretati gli sforzi
della DSC di promuovere in Svizzera le culture del Sud”.
Nel senso di questa “cultura della solidarietà” vanno le molte iniziative
proposte in questo numero, come: “FESTAFRICA 98” (Manno, 18.4.98), quinta
festa annuale dell’amicizia e della solidarietà Africa-Europa; “La
solidarietà crea futuro” (Berna, 25-29.5.98), conferenza Nord/Sud per uno
sviluppo sostenibile; la petizione al Parlamento e al Consiglio federale
“per una Svizzera impegnata a favore della solidarietà, della pace e dello
sviluppo sostenibile” (il 31.5.98 è il termine ultimo per rispedire le
schede firmate!). Anche il Dialogo
Nord-Sud del Consiglio d’Europa è nato dalla campagna “Interdipendenza e
solidarietà” (1988); e la solidarietà fa da denominatore comune tra le
sette organizzazioni promotrici del ciclo “Gandhi oggi”, che prevede un
incontro (Chiasso, 5.3.98) con Daniele Novara, specialista di “educazione
alla solidarietà”.
Della
“globalizzazione” che caratterizza questa fine
millennio han parlato in gennaio a Bellinzona il teologo
brasiliano Leonardo Boff (“Le vittime della globalizzazione: poveri e
bambini della strada”) e il filosofo di origine italiana Giuliano Pontara
(“La globalizzazione della violenza e la violenza della globalizzazione”).
E ne riparlerà - sempre a Bellinzona, il 20
maggio - Riccardo Petrella, professore all’Università cattolica di Lovanio
(“Globalizzazione: verso l’apartheid sociale mondiale?”). L’alternativa
alla globalizzazione imposta dal “libero mercato”, i cui effetti sono
evocati dai titoli di queste tre conferenze, è la globalizzazione che sta
nascendo dalla “cultura della solidarietà”. La risposta al disordine
mondiale è il nuovo ordine mondiale creato
giorno per giorno da una formidabile rete di persone e organizzazioni che
pensano globalmente e agiscono localmente per una cultura della
solidarietà.
Vittorio Dell’Era