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’altro/l’altra
N. 5, marzo 1998
Partire e mutare
"...caelum, non animum mutant qui
trans mare currunt...":
“...cambiano cielo, non animo, quanti corrono di qua e di là del mare...”.
Queste attualissime parole che il poeta latino Orazio
(65 - 8 a.C.) scriveva in una lettera all’amico Bullazio, mi
accompagnano da oltre un trentennio, dai tempi del liceo. Più di dieci anni
fa le ho ritrovate scritte a grandi caratteri
all’interno di una casa di Lugano-Besso, su una parete all’ingresso di
quella che è oggi la sede della Comunità di lavoro Swissaid / Sacrificio
Quaresimale / Pane per i Fratelli / Helvetas / Caritas e della Fondazione
Educazione e Sviluppo.
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l
Il disegno di Luis Marsiglia che
ci accompagna in questo quinto numero de “l’altro”
è invece il pellegrino che - in qualunque situazione di vita, anche quand’è
esteriormente costretto all’immobilità - percorre un cammino interiore di
trasformazione mentale e affettiva, di integrazione intellettuale ed
emotiva. Rappresenta il versante positivo della
lettera di Orazio a Bullazio (e ad ognuno di noi): “Quod petis, hic est, est
Ulubris, animus si te non deficit aequus”: “Quel che cerchi, è qui, è a
Ulubra (persino nello sperduto villaggio di Ulubra), purché non ti manchi
l’equilibrio interiore”.
È in questo spirito che
proponiamo, nelle pagine che seguono, due “viaggi”, già
iniziati ma tuttora aperti a tutti coloro che vogliono mettersi in
cammino: il ciclo “Gandhi oggi” e la rassegna “Conoscere attraverso il
Viaggio”. Due viaggi che richiedono uno spostamento materiale minimo, e
comunque entro i confini della Svizzera Italiana
(fino a Lugano e a Bellinzona, il primo; fino a Balerna, il secondo).
Ma la cui portata spirituale, in termini di
mutamento, può risultare una felice sorpresa.
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“Partire e mutare” è il titolo
sotto il quale Elisa Rebecchi racconta (pagine 12-14) la sua esperienza di
viaggio in India, “sulle tracce di Gandhi”, ma in avanti, non a ritroso nel
tempo. A un certo punto dell’articolo l’autrice,
che il 9 maggio animerà a Bellinzona il seminario conclusivo di “Gandhi
oggi”, citando un dimenticato autore scrive: "I viaggi sono i viaggiatori.
Ciò che vediamo non è ciò che vediamo, ma ciò che siamo".
Buon viaggio, dunque, alla scoperta, nell’incontro con l’altro, della nostra
verità interiore!
Vittorio Dell’Era |
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